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Bilbao, vecchia e nuova “Catedral”

Il passaggio dell’Athletic nel nuovo millennio.

Raccontare la storia del San Mamés significa, soprattutto, pensare al vecchio stadio, l’originale Catedral, uno dei simboli del calcio europeo per un secolo esatto, dal 1913 al 2013. L’Athletic Bilbao ha legato ogni aspetto di sé a quell’impianto, inizialmente composto da tre semplici gradinate in terra e una tribuna principale in splendido stile tardo-ottocentesco, opera dell’architetto Manuel Maria Smith⁽¹⁾.

Il San Mamés fu il primo stadio spagnolo costruito appositamente per il calcio, con 3.500 persone alla partita inaugurale contro il Racing de Irún, il 21 agosto 1913 (soltanto sette mesi dopo la posa della prima pietra), e la capienza venne subito aumentata a 9mila posti con l’inizio degli anni ’20, grazie al primo ampliamento e alla costruzione delle gradinate de la General, prima, e de Capuchinos, poi.

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Il vecchio stadio San Mamés, con la nuova tribuna centrale in costruzione, 1953.

In questo stadio, subito dopo la sua scomparsa, trovò posto il busto in onore di Rafael Moreno Aranzadi, detto “Pichichi”, bandiera del club fra gli anni ’10 e gli anni ’20 del Novecento, primo giocatore a segnare al San Mamés e oggi ricordato anche a livello nazionale, con il premio di miglior marcatore del campionato spagnolo (il cosiddetto Premio Pichichi).

Dalla Catedral al nuovo San Mamés

La ristrutturazione della tribuna principale, avviata nel 1952, con la costruzione di una meravigliosa struttura a due livelli completata da un enorme arco sulla sommità della copertura (che risolveva il problema strutturale dei pilastri di sostegno, eliminandoli), confermava il San Mamés come uno stadio all’avanguardia già nel Secondo Dopoguerra, ma capace di migliorarsi in modo fedele a sé stesso.

Ammodernato e ampliato nei restanti tre settori per ospitare i Mondiali di calcio del 1982 (l’Inghilterra giocò qui le sue tre partite della fase a gironi), lo stadio è poi arrivato a compiere il secolo di vita appena prima di lasciare spazio alle necessità del calcio contemporaneo.

Lo sapevi? Lo stadio è intitolato a San Mamete, martire cristiano del III sec. d.C. morto divorato dai leoni e in onore del quale c’era una chiesa nei pressi dell’impianto. Da qui deriva anche il leone scelto come animale simbolico dell’Athletic Bilbao.

Nel 2013 la vecchia e originale Catedral ha lasciato spazio a quella “nueva”, dal nome completo San Mamés Barria. Lo stadio è stato inaugurato il 16 settembre 2015 in una veste ancora incompleta, in attesa della costruzione dell’ultima gradinata, quella sud, l’esatto punto di sovrapposizione fra il nuovo e il vecchio edificio. Il nuovo impianto, progettato dall’architetto César Azkarate, stravolge completamente l’impatto visivo che aveva il vecchio San Mamés.

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(Photo by Airtor Ortiz / ArchDaily)

Il nuovo stadio è più moderno e più impressionante, a sottolineare la contemporaneità del suo tratto architettonico. La facciata esterna è rivestita da elementi geometrici (retro-illuminabili in notturna) che avvolgono lo stadio come una corazza. La sensazione è anche di un’evoluzione rispetto alle scelte stilistiche dall’aspetto “gommoso” viste nel rivestimento dell’Allianz Arena di Monaco (2005), ma con un distacco anche dalle trasparenze dell’Allianz Riviera di Nizza (2013).

Ciò che il visitatore immagina dall’esterno, è confermato all’interno: il catino a due livelli delle gradinate è imponente, ripido sul campo, e segnato dal rosso acceso dei seggiolini, il colore sociale del club. Il profilo superiore è ondulato, come visto già all’Emirates Stadium di Londra, e replicato ormai in molti stadi di nuova generazione per ottimizzare il più possibile la visuale da ogni posto a sedere.

Lo stadio è ruotato di 90° rispetto al predecessore, con l’attuale curva sud posizionata sul luogo della vecchia tribuna nord, la tribuna principale dell’originale San Mamés, mentre il velario di copertura è stato modificato a soli tre anni dall’inaugurazione: la struttura non garantiva riparo a tutti gli spettatori, nonostante il tetto terminasse esattamente a filo verticale con il perimetro delle gradinate sul campo. Questa soluzione, però, lasciava molte delle prime file esposte alle intemperie, in particolare con le condizioni di pioggia e vento tipiche dei Paesi Baschi. Nel 2016 è stata, quindi, aggiunta una porzione aggiuntiva di copertura all’interno del precedente anello, andando a restringere ulteriormente l’oculo aperto al centro della struttura.

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Oggi il San Mamés è uno degli stadi più grandi del massimo campionato spagnolo e continua a portare quel nome, che è parte della simbologia stessa dell’Athletic Bilbao. Per certi versi, può essere considerato un progetto non del tutto “necessario”, con i suoi quasi 55mila posti che sembrano un’esagerazione per il club, del tutto a suo agio nello stadio precedente. Il romanticismo degli appassionati è, però, bilanciato dal fatto che questo nuovo impianto, oltre a essere stato ottimamente realizzato, è rispettoso della memoria storica dell’Athletic e ha regalato alla vecchia Catedral il posto d’onore che gli compete nella storia.

⁽¹⁾ tra le altre opere dell’architetto Manuel Maria Smith, sempre a Bilbao, troviamo l’edificio della stazione ferroviaria di Atxuri, inaugurato nel 1912 e oggi in procinto di essere convertito in spazi residenziali

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Cover image: Photo by Airtor Ortiz / ArchDaily

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